Ricerca: Codice identificativo = IT/ItRC/00309099
Lista sintetica

scheda bibliografica validata Scheda bibliografica certificata
Tipo: Testo a stampa, Monografia
Autore principale: Pappus, Alexandrinus (sec. IV ; Matematico, astronomo e geografo di Alessandria d'Egitto)scheda di autorità
Titolo: Pappi Alexandrini Mathematicae collectiones. A Federico Commandino Vrbinatae in latinum conuersae, & commentarijs illustratae
Pubblicazione: Venetiis : apud Franciscum de Franciscis Senensem, 1589 ; Pisauri : apud Hieronymum Concordiam, 1588
Descrizione fisica: [2], 334 [i.e.332] carte : ill. ; 2º
Titolo uniforme: Pappi Alexandrini Mathematicae collectiones. A Federico Commandino Vrbinatae in latinum conuersae, & commentarijs illustratae
Impronta: n-um i-n- r.is hoAB (3) 1589 (R)
Nota riferita alla copia catalogata: Nel frontespizio marca tipografica controllata di Francesco de Franceschi il Senese. - A c. †2r lettera di dedica a Francesco II della Rovere duca di Urbino, con testatina, ornamento e finalino xilografici. Iniziale parlata in cornice a linea nera su fondo bianco rappresentante un giovane con squadra e sullo sfondo un paesaggio. - A c. †3v lettera ai lettori con iniziale xilografica parlata in doppia cornice a linea nera su fondo bianco. - A c. 4O4r "Registrum" e altri dati della pubblicazione. - Errori di paginazione a partire da c. H2r segnata erroneamente pagina “32” invece di “30”. - Carattere corsivo ; greco ; romano. -
Legatura in pelle beige chiaro ; sul dorso a inchiostro nero sbiadito abbreviazione dell’opera: “Pappi Mathematicae”. – In alto al piatto posteriore etichetta dorata di provenienza “Libreria antiquaria Pregliasco” di Torino. In basso al frontespizio sigla manoscritta a inchiostro nero sbiadito e 2 timbri ellittici a inchiostro nero di cui uno sbiadito “Storia Tecnica CNR Genova”. – Gore di umidità diffuse nel testo.- A c. 4O4v timbro rettangolare con numero di inventario “CNR Genova – Storia Tecnica”. – Nel contropiatto posteriore scheda manoscritta a matita sulle diverse edizioni del libro, in basso ritagliata e incollata una carta con indicazioni relative all’opera in lingua inglese.
Marca editoriale: Pace (donna seduta accanto a colonna, con ramo d'olivo nella destra e il braccio sinistro poggiato sul basamento della colonna su cui è scritto PAX). In cornice (Z916)scheda di autorità
Responsabilità secondarie: Commandino, Federico (1509-1575) [Traduttore]scheda di autorità
De Francesco, Francesco (sec. XVI ; Editore) [Tipografo]scheda di autorità
Spacciuoli, Valerio (sec. XVI ; Italia) [Curatore]scheda di autorità
Della Rovere, Francesco Maria II (1549-1631 ; Duca di Urbino) [Dedicatario]
Tipo autore: Persona
Nome autore: Della Rovere, Francesco Maria II (1549-1631 ; Duca di Urbino)
Datazione: 1549-1631
Nota biografica: Condottiero italiano rinascimentale, fu l'ultimo duca di Urbino, duca di Sora, signore di Pesaro, Senigallia, Fossombrone e Gubbio. Figlio di Guidobaldo II Della Rovere, Duca sovrano di Urbino e Conte di Montefeltro, e di Vittoria Farnese, fu educato rigorosamente e trascorse gli anni tra il 1565 e 1568 alla corte di Spagna. Manifestò presto un vivo interesse per le lettere e le matematiche e un'indole riflessiva. co di don Giovanni d'Austria. Alla morte del padre nel 1574 gli successe nel ducato. Si sposò nel 1570 con Lucrezia d'Este, di 15 anni più vecchia: fu un matrimonio infelice e senza prole che finì con una separazione consensuale le cui condizioni furono fissate nel 1578, dall'arbitrato d'una commissione cardinalizia. Avendo Guidobaldo II aderito alla Lega Santa contro i Turchi, in risposta all'appello fatto dal Papa Pio V ai principi cattolici di buona volontà in difesa dell'Europa e della Cristianità dall'invasione musulmana, Francesco Maria II partecipò nel 1571 alla battaglia di Lepanto, alla testa di oltre 2.000 soldati provenienti dal ducato di Urbino. Il giovane erede diede lustro al casato, distinguendosi valorosamente nel conflitto, combattendo a fianco Francesco esordì come duca determinato a un "buon governo": eliminò parecchi dei dazi e delle gabelle introdotti dal padre riducendo le spese di corte. Per rimpinguare le casse del Ducato di Urbino, vendette nel 1579, a Giacomo Boncompagni, il Ducato di Sora Arce, dominio storico della sua famiglia. Riformò anche l'amministrazione della giustizia. Severi i decreti contro gli abusi e i soprusi di giudici e funzionari venali; regolamentò la gestione dei Monti di pietà, emanò disposizioni a protezione degli orfani e delle vedove; proibì le offese e le soperchierie antiebraiche, malgrado la vigenza anche nel Ducato, in quanto feudo della Chiesa, della feroce bolla di Pio V del 1556. Fece addestrare le milizie da qualificati ufficiali sicché, nel 1580, Francesco poteva contare su di una milizia effettiva di 15.000 fanti. Ottenne il titolo di “Serenissimo” da Sua Maestà Cattolica il 15 settembre 1585 e lo stesso giorno fu nominato Cavaliere del Tosone d’Oro. Proprio a causa del risanamento economico attuato da Francesco Maria II attraverso una saggia gestione ed evitando di gravare i sudditi di tasse, si ricorda come il duca più amato e stimato dal popolo del ducato Nel 1598 la moglie Lucrezia d'Este morì senza aver lasciato eredi. Sull'opportunità di nuove nozze o, in alternativa, di far tornare il ducato, in assenza di eredi alla morte dell'ultimo duca, sotto il dominio papale, il duca interpellò appositamente i suoi sudditi, i quali risposero accoratamente e sollecitarono il quarantanovenne sovrano a nuove nozze. Il 26 aprile 1599 a Casteldurante sposò la giovanissima cugina Livia Della Rovere, più giovane di trentasei anni, per poter dare al ducato un erede che scongiurasse l'estinzione della casata dei Della Rovere e l'annessione nello Stato Pontificio. Il 16 maggio 1605 venne alla luce Federico Ubaldo che, giovanissimo, assunse le redini del ducato e sposò Claudia de' Medici nel 1621, dando a Francesco Maria II una nipotina Vittoria, futura granduchessa di Toscana, ultima esponente diretta dei Della Rovere e unica erede del suo patrimonio allodiale. Federico Ubaldo morì improvvisamente il 29 giugno 1623, lasciando il ducato nuovamente nelle mani del padre il quale il 20 dicembre 1624, rassegnato all'estinzione della casata, sottoscrisse la devoluzione di tutti i feudi rovereschi al papa Urbano VIII, sovrano dello Stato della Chiesa. La devoluzione divenne esecutiva alla sua morte avvenuta a Casteldurante (sua residenza preferita) il 23 aprile 1631, dove fu sepolto nella chiesa del Crocifisso.
Registrazione n°: IT/ItRC/AUTHA/00062419
data di creazione: 16-02-2021
data di aggiornamento:
17-02-2021

Concordia, Girolamo (1563-1617 ; Libraio) [Tipografo]scheda di autorità
Lingua della pubblicazione: Latino ; Greco antico
Paese di pubblicazione: Italia
Codice identificativo: IT/ItRC/00309099
data di creazione: 16-02-2021
data di aggiornamento: 17-02-2021
Monografia digitalizzata

Chi possiede questo Libro antico
0011 Dettagli BibliotecaCNR - Istituto di Ricerca sulla Crescita Economica Sostenibile (Genova) Biblioteca
Disponibilità: Biblioteca - collocazione: Zona Consultazione: Y.I.1
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