Responsabilità secondarie: |
Bianchini, Giuseppe Maria (1685-1749 ; Letterato) [Annotatore]scheda di autorità Manni, Domenico Maria (1690-1788 ; filologo, editore, storico, erudito e poligrafo) [Annotatore]
Tipo autore: |
Persona |
Nome autore: |
Manni, Domenico Maria (1690-1788 ; filologo, editore, storico, erudito e poligrafo) |
Datazione: |
1690-1788 |
Nota biografica: |
Figlio di Giuseppe di Lorenzo, tipografo-editore riconosciuto cittadino fiorentino nel 1735, e di Caterina di Giambattista Patriarchi, venne presto avviato allo studio dai genitori: tra i suoi docenti furono l'avvocato P.A. Marchi, per il latino, e il canonico G.B. Casotti di Prato, che considerò il suo vero maestro. Iniziò a lavorare come impiegato nell'officina paterna all'insegna di S. Giovanni di Dio, in via dei Guicciardini. Nel 1726 gli fu commissionata la correzione del Vocabolario dell'Accademia della Crusca, del quale, nella sua tipografia ("Appresso Domenico Maria Manni"), stampò la quarta edizione (1729-38). Manni diede alle stampe il Compendio, in cinque volumi, uscito a Firenze nel 1739, nel quale infuse tutta la sua passione lessicale, in qualche caso intervenendo ad ampliare le voci. L'opera generò pareri discordanti. Maturò rapidamente qualità di archivista, antiquario e studioso - soprattutto di lingua - che furono presto note perché nel 1736 ottenne due importanti incarichi. Fu chiamato dall'arcivescovo G.M. Martelli sulla cattedra di lingua toscana nel seminario arcivescovile fiorentino. Le sue Lezioni, pubblicate a Firenze l'anno seguente (una seconda edizione uscì a Venezia nel 1759; una terza rinnovata a Lucca nel 1773, dedicata a F. Ponticelli; poi un'altra a Milano nel 1824), lasciavano emergere una rigida posizione di purista. Discutendo essenzialmente di questioni grammaticali, retoriche e in taluni casi ecdotiche, M. rivendicava, come A.M. Salvini, col quale del resto collaborava in quel periodo alla stesura del Vocabolario, il primato del fiorentino, riproponendo le vecchie questioni cinquecentesche. Con l'incarico continuò a esercitare le qualità di lessicologo che lo avevano condotto, per esempio, a correggere il Vocabolario aretino di F. Redi. Nello stesso anno, inoltre, divenne custode della biblioteca di C.T. Strozzi, recuperandovi ingente materiale per le sue ricerche. Lo spiccato interesse verso la lingua toscana - maturato anche nel lavoro per il Vocabolario - lo spinse alla filologia e a pubblicare importanti testi di lingua, tra i quali "Istoria fiorentina" di Dino Compagni dall'anno 1280 fino al 1312 (Firenze 1728), "Cronichette antiche" di varj scrittori del buon secolo della lingua toscana (Firenze 1733), "Prediche" del beato f. Giordano da Rivalto (Firenze 1739), "Novella antica del grasso legnaiuolo scritta in pura Toscana favella…" (Firenze 1744, con successive ristampe), "Libro di novelle, e di bel parlar gentile" contenente cento novelle antiche, norma e materia del Decamerone del Boccaccio (2 tomi, Firenze 1778-82) e il Volgarizzamento delle favole di Esopo (Firenze 1778). Va riconosciuto a Manni di aver percepito l'esigenza di dotare la cultura italiana di testi rivisitati e annotati a volte con fondamentali chiose. Sulla fine degli anni Trenta il M. terminò una delle sue opere più notevoli, le ponderose "Osservazioni istoriche sopra i sigilli antichi de' secoli bassi" (30 tomi, Firenze 1739-86; il primo dedicato a F.A. Feroni, console dell'Accademia fiorentina, il penultimo a Tomitano), immane fatica incentrata sulle antichità medievali, che meglio esalta le doti intellettuali di Manni e lo colloca tra gli eruditi settecenteschi più alacri e vivaci. Nel 1741 rilevò in modo definitivo la stamperia, per disposizione testamentaria del padre (morto nel 1739), riuscendo a inserirsi nel commercio con discreto successo. Il 1744 fu per lui un anno decisivo: fu incaricato di riordinare documenti, carte e codici dell'Archivio del Monte comune, dove raccolse notizie utili alle sue pubblicazioni, e poté, grazie anche ad altri incarichi, dedicarsi finalmente solo alla ricerca e agli studi, che, come disse egli stesso, gli procurarono un enorme sollievo da disgrazie familiari e malattie che lo colpirono. Rinunciò, così, al frustrante e poco gradito lavoro nella stamperia - nonostante fosse considerato da molti un acuto correttore di bozze e un ottimo tipografo - cedendola in quell'anno a G.B. Zannoni, che la chiuse definitivamente nel 1750. Fu ministro del General Archivio fiorentino dal 1750 fino al 1784. Tra il 1756 e il 1757, con altri eruditi, collaborò alla rivista Raccolta milanese. Nel 1757 acquistò - segno di un consolidato benessere - due botteghe di G.M. Panzini, una con ingresso da via del Fiore e un'altra con entrata da via del Moro, rivendute poi nel 1778 all'amico stampatore A.M. Ristori, col quale collaborava, nonostante qualche saltuaria divergenza, fin dal 1739. Tra i suoi possedimenti vi fu anche una villetta con annesso podere, presso l'Impruneta. Nel corso degli anni gli furono attribuiti numerosi incarichi nei quali si impegnò sempre diligentemente. Fu in rapporto costante e intenso con il mondo dei librai, come G. Pagani e A. Pelagalli, e degli editori, fungendo da interlocutore e anche da mediatore: fu probabilmente Mannia mettere in rapporto la stamperia Stecchi e Pagani con l'Accademia dei Georgofili (della quale era socio), tra la fine del 1766 e il 1767. Una fitta corrispondenza, in gran parte inedita, con intellettuali ed eruditi dell'epoca, come F. Algarotti, G.G. Bottari, A. Zeno, A. Magliabechi, A.F. Gori, A.M. Biscioni, L.A. Muratori, G. Lami, G.M. Mazzuchelli, G.M. Paitoni, D.M. Saverni, D. Sforazzini e A.M. Zanetti, testimonia la febbrile attività di tutta un'esistenza. Fu socio e corrispondente di varie e prestigiose Accademie: quella fiorentina (già dal 1738), la Colombaria (tra i primi soci, dal 15 maggio 1735, con il nome di Invogliato), la Crusca (dal 22 sett. 1770, con il nome di Sofferente), gli Apatisti (già da 1738), i Georgofili, gli Etruschi di Cortona, i Sepolti di Volterra, i Pericolanti di Messina, gli Arcadi di Roma (con il nome di Tubalco Panichio) e di Fossano, i Catenati di Macerata, gli Erranti di Fermo, gli Informi di Ravenna, gli Aborigeni Amiatensi. Uno degli interessi costanti del M. fu quello per le biografie, tra le quali sono da ricordare almeno la Vita d'Aldo Pio Manuzio restauratore delle lettere greche e latine (Venezia 1759) e la Vita di Pietro Perna stampatore e libraio (Lucca 1763). In questo filone, ma inclini a un tipo di narrazione che guarda alla antica tradizione toscana, si pongono "Le veglie piacevoli ovvero Notizie de' più bizzarri e giocondi uomini toscani" (seconda edizione, Venezia 1762-63, arricchita di altre biografie fino all'ottavo tomo pubblicato a Firenze nel 1783). Si soffermò su questioni minori estremamente specialistiche (Degli occhiali da naso inventati da Salvino Armati gentiluomo fiorentino. Trattato istorico, Firenze 1738), mostrando interesse anche verso le manifestazioni ludiche dei concittadini (Istorica notizia dell'origine e del significato delle befane, Lucca 1766; Dei fuochi d'allegrezza artifiziati per la famiglia dei Pazzi di Firenze nel sabato santo, Firenze 1867). A questi scritti si accompagnarono altri sull'arte, sia monografici (si ricordi almeno Del vero pittore Luca Santo e del tempo del suo fiorire, ibid. 1764) sia in forma di lunghe chiose (F. Baldinucci, Notizie de' professori del disegno da Cimabue in qua, con le annotazioni del M., Firenze 1767-74, 21 tomi). Instancabile lavoratore fino agli ultimi giorni di vita Manni morì a Firenze nella sua casa in via della Chiesa. Una parte dei suoi libri è ora conservata nella Biblioteca Moreniana di Firenze. |
Registrazione n°: |
IT/ItRC/AUTHA/00062474 |
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data di creazione: 14-04-2021 data di aggiornamento: 14-04-2021 |
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Stecchi, Giovanni Battista (sec. XVIII ; Stampatore) [Tipografo]scheda di autorità Sampieri, Francesco Giovanni (sec. XVIII ; Marchese e senatore di Bologna) [Dedicatario]scheda di autorità De' Medici, Cosimo I (1519-1574 ; Duca Di Firenze, Granduca di Toscana) [Dedicatario]scheda di autorità |